- DA CAMPOFORMIDO A RIVOLTO -

La lunga tradizione dell’acrobazia aerea collettiva in Italia, che trova oggi nelle esibizioni della Pattuglia Acrobatica Nazionale la sua massima espressione, ha origine verso la fine degli anni ’20 ed è indiscutibilmente legata alla base di Campoformido, nei pressi di Udine, e alla figura figura del leggendario comandante del 1° Stormo Caccia, il tenente colonnello Rino Corso Fougier. Sostenitore dell’acrobazia come ausilio indispensabile per affinare le capacità dei gregari di seguire in volo il capoformazione e come strumento per migliorare le abilità dei piloti nei duelli aerei ravvicinati, Fougier introdusse il volo in coppia nei programmi di addestramento dei suoi uomini, veri e propri assi nel volo da solista, ma poco avvezzi alla manovra collettiva. Alle prime figure basiche eseguite in formazione di due velivoli seguirono manovre sempre più complesse che coinvolgevano un numero maggiore di velivoli. L’abilità raggiunta dai piloti nel disegnare le diverse figure acrobatiche che man mano andavano perfezionando raccolse apprezzamenti pubblici e attestati di stima. Un successo che permise a Fougier di vincere lo scetticismo dello Stato Maggiore di Roma, dove i posti chiave erano all’epoca occupati da ufficiali che avevano smesso di volare ai tempi della Grande Guerra e che consideravano i voli acrobatici spettacoli da “saltimbanchi”. A partire dagli anni ’30, Looping, Bomba, Volo Folle, Grande Ruota e figure geometriche di ogni tipo disegnate nel cielo da formazioni di Fiat CR.20, CR.32, CR.42 e Breda Ba.19, divennero una presenza costante di manifestazioni aeree e meeting internazionali di acrobazia. In quel periodo anche il 2°, il 3°, il 4°, il 6° e il 53° Stormo diedero vita a compagini acrobatiche che raccolsero molto successo anche al di fuori dei confini nazionali, trasformandosi in un efficace strumento per propagandare all’estero i prodotti dell’industria aeronautica nazionale. Il secondo conflitto mondiale interruppe le attività delle pattuglie della Regia Aeronautica. L’esperienza maturata nell’acrobazia aerea collettiva fu un prezioso lascito dei “saltimbanchi di Campoformido”: l’abilità e la perizia nel volo acrobatico permisero ai piloti italiani di confrontarsi con avversari dotati di mezzi più moderni e performanti, ottenendo numerosi successi.
Uscita pressoché distrutta dalla Seconda Guerra Mondiale, la Regia Aeronautica, diventa Aeronautica Militare dopo il referendum del 2 giugno 1946, limitò a piccole formazioni di tre o quattro velivoli la propria partecipazione alle manifestazioni aeree nazionali del dopoguerra. Il clima generale di austerità e il numero ridotto di mezzi sopravvissuti ed efficienti condizionarono notevolmente la rinascita di una pattuglia acrobatica italiana. Malgrado all’interno della Forza Armata crescesse il desiderio di un ritorno all’acrobazia collettiva, motivo di orgoglio di reparti e piloti, fu solo agli inizi degli anni ’50 che lo Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare iniziò a valutare concretamente la possibilità di affidare a un reparto della prima linea il compito di costituire una pattuglia acrobatica. Il 4° Stormo di Capodichino, che aveva appena ricevuto i primi aviogetti della storia dell’Aeronautica Militare, i De Havilland DH100 “Vampire”, fu il reparto designato a dar vita alla prima formazione acrobatica del dopoguerra. Nacque così la pattuglia del “Cavallino Rampante”, nome ispirato dall’araldica dello Stormo. Dotata di soli quattro velivoli, la formazione presentava un programma di circa 30 minuti che, oltre ad alcune figure acrobatiche basilari, come il Looping e il Tonneau, prevedeva la simulazione di un attacco al campo e un passaggio alla minima velocità di sostentamento con il carrello estratto. La Pattuglia si esibì per la prima volta a Roma, il 2 giugno 1952, ed effettuò la prima uscita all’estero il 13 luglio dello stesso anno a Melsbroek, in Belgio. Il successo riscosso dalla formazione fu tale che l’Aeronautica decise di dar seguito a questo genere di attività. In quello stesso anno, il 5° Stormo di Villafranca (che a partire dal 1953 diverrà Aerobrigata) iniziò a ricevere i nuovi Republic F84-G “Thunderjet”, velivoli più moderni e veloci dei predecessori, sui quali il reparto, articolato su tre Gruppi di volo (il 101°, il 102° e il 103°), ebbe il compito di costituire la nuova pattuglia acrobatica dei “Guizzo”, dal nominativo radio del 103° Gruppo. Il programma della formazione, ispirato a quello del team statunitense “Sky Blazers”, reintrodusse la celebre figura della Bomba, eseguita verso l’alto e con successivo incrocio dei velivoli. I quattro aerei del “Guizzo” si esibirono per la prima volta il 14 aprile 1953, sulla base di Villafranca. Altre importanti “uscite” furono quelle di Soesterberg (Olanda), Livorno, Lucca, Caselle e Centocelle e, nel 1954, quelle di Madrid (Spagna), Colonia e Norimberga (Germania). A partire dal 1955 venne ufficializzata quella che fino ad allora era stata una prassi: affidare ogni anno a rotazione a un reparto da caccia, l’incarico di rappresentare la Forza Armata con una pattuglia acrobatica. La formazione avrebbe avuto il ruolo di “riserva”, durante il primo anno, e di “titolare” in quello successivo.
Nel frattempo, dall’estate del 1953, la 51ª Aerobrigata di Aviano aveva dato vita a una nuova pattuglia acrobatica. Dotata di quattro F-84G e inizialmente nota come Pattuglia “Bellagambi”, dal nome del capoformazione, la pattuglia debuttò il 13 settembre 1953 nel corso di una manifestazione aerea a Ferrara nella quale fu chiamata a rappresentare l’Aeronautica Militare in luogo della “Guizzo”, impegnata a Lucca. Sciolta e ricostituita nel 1955, la pattuglia venne ribattezzata “Tigri Bianche” (dal simbolo del 21° Gruppo) e fu la prima ad adottare una livrea speciale sui velivoli per differenziarli da quelli in servizio presso i reparti operativi. In ragione degli impegni cinematografici dei “Guizzo”, occupati per tutto il 1955 nelle riprese di un film sulla vita dei piloti della pattuglia intitolato “I Quattro del Getto Tonante” (dalla traduzione in lingua italiana del nickname dell’F-84G), le “Tigri Bianche” inanellarono una lunga serie di esibizioni di successo in Italia e all’estero durante la prima stagione da riserve.
Una tra le più importanti fu quella di Tours (Francia), durante la quale i quattro F-84 presentarono la bomba con l’apertura verso il basso. Terminate le riprese del film, nel 1956 i “Guizzo” cambiarono nome in “Getti Tonanti”, prendendo parte ad alcune manifestazioni con una figura nata proprio per esigenze cinematografiche: il Doppio Tonneau. Nel 1957, la pattuglia rappresentativa fu quella del “Cavallino Rampante” della 4ª Aerobrigata equipaggiata con Canadair CL13 Sabre Mk4 (F-86E) dotati di impianto fumogeno con erogazione comandata dal pilota e livrea colorata che copriva tutto il velivolo. Il debutto ufficiale avvenne il 27 marzo a Pratica di Mare, mentre la manifestazione del 31 agosto 1957 a Rimini viene ricordata per l’introduzione di un quinto velivolo ai quattro originari, una “configurazione” mantenuta anche nelle successive apparizioni pubbliche.
La pattuglia titolare del 1958 fu quella dei “Diavoli Rossi” della 6ª Aerobrigata, su F-84F Thunderstreak, che aveva debuttato l’11 marzo 1957 a Vicenza, in qualità di riserva. A partire dal marzo 1958, la pattuglia si esibì con cinque velivoli e un solista. Con sette F-84F i “Diavoli Rossi” furono presenti a molte manifestazioni. Particolarmente importante fu quella di Aviano, in cui la formazione italiana si misurò con gli “Sky Blazers”; una presentazione che fruttò l’invito da parte dell’USAF a esibirsi nell’aprile del 1959 negli Stati Uniti in occasione del 1° Congresso Mondiale del Volo di Las Vegas. Durante la tournèe americana, nel corso della quale i “Diavoli Rossi” volarono con F-84F messi a disposizione dalla Weapons School della Luke Air Force Base, ridipinti in uno schema leggermente differente dal solito, la pattuglia partecipò a diversi airshow tra cui l’ultimo prima del rientro, a Coney Island, nella baia di New York, davanti a poco meno di un milione di spettatori e a migliaia di connazionali immigrati nel Nuovo Continente. Intanto, nell’ambito della 2ª Aerobrigata di Cameri era nata la pattuglia dei “Lanceri Neri”, formazione ufficiale per il 1959, dotata di sei CL13 di colore nero sui quali, per la prima volta, il “tricolore nazionale” compariva sulle superfici inferiori di semiali e impennaggi. La formazione si esibì in parecchi eventi aeronautici nazionali e internazionali e fu protagonista della più lunga trasferta di una formazione di velivoli dell’Aeronautica Militare per prendere parte, su invito dello Scià di Persia, a un’importante manifestazione aerea a Teheran. Nel 1959, con l’F-84F, tornarono i “Getti Tonanti” della 5ª Aerobrigata che inizialmente volarono con aeroplani “normali” cui era applicato solo lo stemma della Diana Cacciatrice e che, a partire dalla stagione successiva, coincidente con l’anno delle Olimpiadi di Roma, furono decorati con i colori e gli anelli simbolo dei giochi olimpici. Con i “Getti Tonanti”, che si esibivano in formazione di cinque velivoli, fu ideata una nuova figura, lo Zampillo, e fu rispolverato il Tonneau Doppio, una manovra altamente spettacolare che fa ancora oggi parte del programma della PAN. Nonostante il ruolo di riserva per quell’anno fosse stato assegnato alla 4ª Aerobrigata, lo Stato Maggiore decise di interrompere l’assegnazione a rotazione dell’incarico di formare la pattuglia, per razionalizzare l’impiego di risorse umane e velivoli: la presenza di due pattuglie in due Aerobrigate era diventata insostenibile, tale e tanto era lo sforzo necessario ad addestrare i piloti, distraendoli dall’attività operativa. Veniva pertanto disposta la creazione di un reparto di volo dedicato all’addestramento acrobatico. Il 16 gennaio 1961, con lettera dello Stato Maggiore dell’Aeronautica numero 5567/243 veniva comandata la costituzione, a partire dal 1° luglio dello stesso anno, del 313° Gruppo Addestramento Acrobatico, con base a Rivolto, in provincia di Udine. Nel nuovo Gruppo confluirono sei CL13 e quattro piloti della Pattuglia della 4ª Aerobrigata che, come da programma, avrebbe dovuto assumere il ruolo di titolare quell’anno, ai quali si aggiunsero piloti già appartenuti ai “Diavoli Rossi” e alle “Tigri Bianche”. Il “nocciolo duro” dei piloti proveniva dalla pattuglia del “Cavallino Rampante” ed ebbe quindi la meglio nella scelta del nominativo radio del reparto, che è sopravvissuto fino ad oggi: “Pony” e non “Freccia” o “Rivo” (da Rivolto), come suggerito da alcuni.

- GLI ANNI ’60 -

I primi mesi di attività della nuova pattuglia furono molto intensi. Non era solo necessario addestrare una nuova pattuglia acrobatica, creando la giusta amalgama tra i vari membri della formazione, ma occorreva anche risolvere tutta quella serie di problemi di carattere tecnico e logistico che accompagnano la formazione di un nuovo reparto. Malgrado la lettera dello SMA ne avesse ormai sancito la costituzione, almeno fino al 1° luglio 1961 il 313° Gruppo esisteva solo sulla carta. Il personale era infatti inquadrato nell’Unità Speciale Acrobatica Nazionale le cui attività ebbero inizio ufficialmente il 1° marzo. Il 1° maggio 1961, la neocostituita Pattuglia Acrobatica Nazionale (PAN) si esibì in una manifestazione aerea pubblica sull’aeroporto di Trento-Gardolo con una formazione di 4 velivoli più il solista dando inizio alla tradizione che vuole la PAN inaugurare la stagione delle manifestazioni il 1° maggio di ogni anno. I CL13 in dotazione alla pattuglia ottennero inizialmente una livrea blu scuro, con le superfici inferiori tricolori e un rombo azzurro sul fianco della fusoliera contenente un razzo nero a forma di freccia. Nel 1962 fu adottato e accettato il nome “Frecce Tricolori”, venne adottato il nuovo distintivo di reparto e fu modificata la livrea dei velivoli che adottarono le tre celebri frecce lungo la fusoliera e il numero identificativo individuale sulla deriva. I “Sabre” restarono in servizio fino alla fine del 1963, anno che vide le Frecce Tricolori volare per la prima volta in formazione di nove velivoli: a partire dal 28 dicembre, la pattuglia ricevette i primi G.91 PAN. Il velivolo era il primo jet operativo di produzione interamente nazionale ad equipaggiare una compagine acrobratica dell’Aeronautica Militare dalla fine della seconda guerra mondiale. L’aereo manteneva lo stesso schema di colorazione mentre l’impianto fumogeno differiva solo nei serbatoi, che ritornarono esterni, sotto l’ala. Più leggero e con un motore che sviluppava all’incirca la stessa spinta (solamente 90 kg in meno) il nuovo aereo era più scattante e riusciva ad evoluire in uno spazio inferiore, rendendo lo spettacolo ancora più avvincente. Il 17 ottobre 1965 si svolse a Rivolto il primo Raduno Piloti Pattuglie Acrobatiche, evento che riunì tutti i piloti che avevano fatto parte di pattuglie acrobatiche italiane ufficialmente nominate dallo SMA a partire da quella del 1° Stormo Caccia di Campoformido. Nel 1966 fece la prima apparizione nel programma delle Frecce Tricolori il solista, che portò a dieci aerei il numero di velivoli della formazione. Nel 1968, per la prima ed unica volta nella storia della PAN la formazione si esibì con due solisti, sull’esempio di altre formazioni acrobatiche straniere che volavano con “solo” e “opposing solo”. Lo spettacolo ne risentì in spettacolarità, motivo per il quale si tornò, a partire dall’anno successivo, alla formazione standard 9 + 1.

- GLI ANNI ’70 -

Gli anni ’70, aperti dall’esibizione delle Frecce Tricolori nei cieli di Ortisei, in Val Gardena, in occasione dei Campionati Mondiali di Sci (durante i quali tre velivoli tracciarono i cerchi olimpici simbolo della manifestazione), furono quelli del consolidamento del programma di volo attraverso l’introduzione di nuove figure e il perfezionamento di quelle esistenti. Nel 1970 fu ideata la figura dell’Apollo (divenuta poi Apollo 313 in omaggio al 313° Gruppo e presente ancora oggi nel programma della PAN), per celebrare la conquista della Luna da parte dell’uomo, attraverso la separazione della seconda sezione dalla formazione a diamante a simboleggiare il distacco del LEM dalla navicella Apollo. Nel 1977 fu perfezionata l’Arizona, un nome che derivava dall’“Arizona degli Aviatori”, una taverna sulla Pontebbana, nei pressi dell’aeroporto di Campoformido; uno storico luogo di incontro per ufficiali e sottoufficiali del 6° Gruppo del 1° Stormo Caccia. Nello stesso anno prese forma anche la figura chiamata l’Ago e la Cruna in cui la formazione eseguiva un looping mentre l’altra centrava con un tonneau il cerchio segnato dalle scie fumogene della prima sezione; una manovra eseguita tuttora, con il nome di Bull’s Eye, ispirata a una figura acrobatica inserita nel programma acrobatico del 1932 della pattuglia del 1° Stormo. Sempre nel 1977, il nuovo solista, il capitano Angelo Boscolo, inseriva nel programma acrobatico la figura del Volo Folle effettuando sinusoidi a bassa quota e a bassa velocità; una figura altamente spettacolare, particolarmente apprezzata dal pubblico, che fa ancora parte del display della PAN. Negli anni ’70 le modifiche non si limitarono al programma di volo: per consentire ai G.91 (dotati di soli apparati UHF) di comunicare con gli enti del traffico aereo civili di quei paesi, privi di UHF, nei quali le Frecce venivano chiamate ad esibirsi sempre più spesso, i tecnici del 313° Gruppo installarono delle radio VHF su tutti i velivoli del reparto. La PAN fu quindi il primo reparto dotato di G.91 equipaggiato con quel tipo di apparati. In quel periodo venne decisa anche l’adozione di una giacca da utilizzare in sostituzione dell’uniforme in particolari occasioni; nacque così l’“olimpionica”, un capo di abbigliamento che oggi è conosciuto come blazer.

- GLI ANNI ’80 -

Agli inizi degli anni ’80, con l’approssimarsi del termine della vita operativa dei velivoli e il graduale ritiro delle cellule più vecchie, divenne prioritario individuare in tempi brevi un aereo in grado di sostituire degnamente il G.91 PAN. La scelta cadde su un velivolo italiano, l’Aermacchi MB.339A/PAN, un addestratore moderno ed economico. Più lento e meno potente del predecessore, il nuovo velivolo aveva dalla sua comandi di volo estremamente docili e la configurazione biposto che semplificava notevolmente l’addestramento dei piloti. Un addestramento che i polito iniziarono subito dopo il termine della stagione 1981 e che fu lungo e intenso, e che si svolse in parte a Lecce, sede della Scuola Volo Basico Iniziale Aviogetti (SVBIA), la scuola di volo dell’Aeronautica che già operava con la versione “normale” dell’MB.339. La cerimonia ufficiale di consegna si svolse il 6 gennaio 1982 anche se i piloti ricevettero inizialmente dieci velivoli in livrea bianco-arancione “prestati” dall’SVBIA. Il primo MB.339A/PAN della PAN arrivò a Rivolto il 1° marzo. Il successivo 27 aprile il nuovo velivolo venne presentato ai giornalisti nell’ambito dell’addio ufficiale al “Gina”, celebrato con un volo effettuato da una formazione a diamante insolita ma altamente spettacolare: cinque MB.339A/PAN sulla linea anteriore e quattro G.91 PAN a comporre il “rombetto” posteriore. Con l’arrivo del nuovo velivolo, il 313° Gruppo apportò alcuni ritocchi al programma inserendo alcune figure nuove. Tra queste, il Lomçovak, eseguito dal solista, una manovra normalmente appannaggio dei velivoli a elica, che il “339” è l’unico aviogetto al mondo a poter effettuare in piena sicurezza. Nell’aprile 1983 venne eseguita per la prima volta la manovra del Triplo Tonneau, un perfezionamento della figura del Doppio Tonneau introdotta dalla pattuglia dei “Getti Tonanti”, eseguita pubblicamente in occasione della manifestazione aerea di Neuchâtel, in Svizzera, l’8 settembre 1984. Poco meno di due anni dopo, la PAN poté realizzare un sogno accarezzato fin dagli anni ’70: un tour nel continente nordamericano. L’11 luglio 1986 12 velivoli monomotori con autonomia di soli 2.000 km riuscirono ad attraversare l’Atlantico, prima formazione di velivoli militari ad eseguire il volo transoceanico dopo le crociere aeree del 1930 e del 1933 di Italo Baldo. La missione si concluse il 16 settembre dopo 22 esibizioni in 11 località differenti tra Canada e Stati Uniti. Il 1988 fu l’anno di Ramstein e del tragico incidente in cui persero la vita 3 piloti e 67 spettatori. Un episodio tristissimo, dal quale le Frecce Tricolori seppero ricominciare anche grazie agli attestati di stima e all’affetto della gente testimoniati dalla nascita, il 27 maggio 1989, a Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, del primo di centinaia di Club Frecce Tricolori in tutto il mondo. Nell’esibizione di Orbetello del 17 settembre, nacque l’Alona, la figura di chiusura del programma di volo nella quale la formazione si dispone a cuneo di 9 velivoli disegnando nel cielo il tricolore più lungo del mondo.

- GLI ANNI ’90 -

Il 1990 sancì il ritorno alla formazione completa con la quale le Frecce Tricolori si esibirono anche in occasione del 6° Raduno Piloti Pattuglie Acrobatiche che si svolse a Rivolto il 30 settembre e che coincise con il trentennale della PAN. L’anno successivo fu dedicato principalmente al perfezionamento e al consolidamento del programma mentre il 1992 fu quello del secondo tour in Nordamerica per le celebrazioni del 500° anniversario della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo. Forti dell’esperienza maturata nella precedente trasferta oltreoceano, le Frecce Tricolori ottennero un notevole successo di pubblico volando, tra l’11 giugno e il 31 luglio, 14 tra manifestazioni e sorvoli in Stati Uniti e Canada. Fu proprio durante la “Columbus 92” che ebbe inizio la prassi, ormai diventata un classico,di diffondere la celebre aria “Nessun dorma” dalla Tourandot di Puccini interpretata dal maestro Luciano Pavarotti (preferita ad altri brani diffusi durante le esibizioni svolte nel corso della trasferta nordamericana) durante il passaggio finale con i carrelli estratti e i fumi tricolori.
Nello stesso anno, la formazione si esibì per la prima volta in un paese dell’Est e più precisamente a Bratislava, in Cecoslovacchia (oggi Slovacchia), mentre nel 1993 la stagione delle manifestazioni fu prolungata oltre il consueto termine di inizio novembre per un tour in Medio Oriente che vide la PAN esibirsi a Dubai (Emirati Arabi Uniti), Kuwait City (Kuwait) e Doha (Qatar). Nel 1995, le Frecce Tricolori furono impegnate in una tournèe di 14 giorni nelle repubbliche baltiche e, nella stagione successiva, il display fu arricchito dall’inserimento di una nuova manovra, che assunse la denominazione di Aquila, concepita per consentire la separazione della formazione anche nel caso di “programma basso”. Nel 1998, le Frecce Tricolori furono protagoniste delle celebrazioni dei 75 anni dell’Aeronautica Militare, chiudendo le esibizioni in volo di pattuglie e velivoli invitati alla “Giornata dell’Ala” di Pratica di Mare, il 24 maggio, mentre, nel 1999, la PAN si esibì per la prima volta a Zagabria, in Croazia, e a Plovdiv, in Bulgaria.

- IL NUOVO MILLENNIO -

Il 2000 vide la reintroduzione nel programma della PAN del Triplo Tonneau, assente da alcune stagioni e presentato in occasione dell’8° Raduno Piloti Pattuglie Acrobatiche, che si svolse a Rivolto il 10 settembre. Altro significativo evento di quell’anno fu la prima esibizione in Ungheria, a Kecskemét, il 20 e 21 maggio. Nel 2003 le Frecce Tricolori volarono per la prima volta in Russia, esibendosi sull’aeroporto di Zhukovsky (Mosca) in occasione del Salone Aeronautico MAKS. La pattuglia riscosse un notevole consenso e venne invitata nuovamente a esibirsi in Russia nel 2004. Il 4 settembre 2005 si svolse il 9° Raduno Piloti, mentri il 22 novembre, dopo sole tre prove, una troupe della RAI registrò, sul cielo di Rivolto, i cerchi olimpici disegnati dal fumo di cinque MB.339 della PAN mentre altri cinque velivoli li sottolineavano con i fumi tricolori di un’Alona “ridotta”: una registrazione che fu utilizzata come spot introduttivo di tutti i collegamenti televisivi delle olimpiadi invernali di Torino del febbraio 2006. Nella stagione 2006 l’Aquila venne sostituita da una nuova figura, il Cuore. Lo svolgimento della manovra è notevolmente differente da quello proposto da altre formazioni acrobatiche: la PAN esegue la figura partendo dal basso, chiudendo il cuore con un mezzo looping delle due sezioni. Un’interpretazione sicuramente più spettacolare e realistica, e caratterizzata da un grado di difficoltà maggiore rispetto all’apertura dall’alto e chiusura in basso con incrocio delle sezioni, utilizzati dalle altre pattuglie per realizzare la stessa forma. La nuova figura, eseguita in onore della nazionale italiana di calcio campione del mondo sul cielo di Pratica di Mare il 10 luglio 2006 in occasione del rientro in Italia della squadra, venne presentata per la prima volta al pubblico durante la manifestazione di Acireale, il 23 luglio 2006. L’8 settembre 2007 le Frecce Tricolori sorvolarono il Duomo di Modena con i fumi tricolori per rendere omaggio al maestro Pavarotti al termine della cerimonia funebre. Nel 2008, alla presenza del Capo dello Stato, la PAN ha ricevuto il “Premio Leonardo” alla carriera, un premio conferito da una giuria composta da artisti e industriali a chi viene riconosciuto come eccellente promotore dell’immagine nazionale.
L’11 maggio 2009 i ciclisti del Giro d’Italia sono entrati nuovamente nell’aeroporto di Rivolto a 11 anni dall’ultima “visita” correndo lungo la pista mentre le Frecce Tricolori stendevano sui “girini” il tricolore. Nello stesso anno, il 1° settembre, le Frecce Tricolori si sono esibite per la prima volta in Libia, a Tripoli, mentre a metà novembre la PAN è stata protagonista di un altro tour a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti.


Tratto da “Frecce Tricolori. Un volo lungo cinquant’anni” di David Cenciotti –
il libro ufficiale dell’Aeronautica Militare per il 50° Anniversario della PAN,
edito dalla DeAgostini, con il contributo della Aviator Edizioni.

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